di Salvo Vitale
E’ stato dato un notevole spazio mediatico ad una notizia: Radio Cento Passi installerà una postazione a Cinisi nella casa che fu di Gaetano Badalamenti. Sono seguite strane dichiarazioni, del tipo che tra la Radio di Peppino e quella dei Cento passi ci sarebbe una sorta di continuità. Non è proprio così. Radio Aut è stata chiusa nel 1980 e con essa è finita per sempre un’esperienza irripetibile che aveva alcune caratteristiche uniche: quella di un gruppo di redattori molto coeso, quella di una scelta extraparlamentare di sinistra, quella di una costante presenza sul territorio, quella di una denuncia costante delle prepotenze mafiose, quella della satira spietata nei confronti degli squallidi personaggi che dominavano allora a Cinisi e Terrasini, quella di una buona musica e infine quella di uno strumento di costante formazione di coscienze politiche rivoluzionarie. C’erano poi altre collaterali caratteristiche, la ricerca, la documentazione e la denuncia delle condizioni di vita dei ceti più deboli, la sfrontata irrisione delle discrasie e delle superstizioni legate alla religione, la ridicolizzazione di usi, costumi e modi di essere che il perbenismo ipocrita della borghesia dominante aveva assunto a clichet di vita cui obbligatoriamente adeguarsi. Questo tipo di radicalità è scomparsa e non credo che all’orizzonte, nel campo delle informazioni mediatiche, ci sia qualcosa che possa esserle somigliante. Per sanare queste distanze occorrerebbero non cento, ma mille passi. Radio Cento Passi è sul web e questo già comporta che è disponibile solo per un certo pubblico selezionato, non ha una vera e propria redazione che si occupi di fare controinformazione: la notizia da sola non basta. Non pertanto formulo l’augurio che questa proposta, anzi, questo progetto possa andare avanti, ma dubito molto che i giovani locali possano essere attratti tanto da convincersi a venire a trasmettere. Ancora oggi quando si parla di Peppino molti si girano dall’altra parte. Per quel che mi riguarda darò il mio contributo e ho messo a disposizione venticinque trasmissioni di radio Aut, gelosamente conservate, con le registrazioni de “La stangata”, una trasmissione da me ideata, con la collaborazione di Ciccio Impastato e di Giovanni Riccobono, dopo la morte di Peppino, in sostituzione di “Onda Pazza”. C’è da ridere a crepapelle oppure, per i soggetti impressionabili, da rimanere disgustati. A presto.
Pubblicato da Pietro Orsatti
Nato a Ferrara nel 1963, cresciuto a Roma, espatriato più volte per lavoro.
Ha collaborato per numerose testate giornalistiche italiane ed estere occupandosi di ambiente, lavoro, mafie e esteri. Ha lavorato presso il gruppo parlamentare verde (11esima legislatura) ed è stato uno dei membri dei comitati nazionali per i referendum “caccia” e “nucleare” del 1986. Ha avuto incarichi e lavorato in associazioni ambientaliste come Legambiente e Friends of the Earth. Ha realizzato progetti web e campagne per ActionAid, Anci, Un ponte per, Ricerca e Cooperazione. Ha lavorato e pubblicato, fra gli altri, per Diario fin dalla sua fondazione, il manifesto, Agenzia Dire, L’Unità, Editoriale la Repubblica (in particolare MicroMega), Carta, La Nuova Ecologia, Reporter, Arancia Blu, Modus, Liberazione, Rassegna Sindacale, Avvenimenti Left/Avvenimenti, Liberazione, Terra, AntimafiaDuemila, Dazebao News, Roma Report, Peace Reporter, I Siciliani giovani. Ha collaborato con Rai, Telesur, RedeBras e RadioPop, Radio Città Futura, Arcoiris.tv. E’ stato fondatore del progetto editoriale de Gli Italiani.
Ha, realizzato numerosi documentari sia come autore che regista e ha scritto per il teatro e curato la regia di alcuni spettacoli.
Come documentarista ha firmato i lungometraggi “Fome Zero Sede Zero” e “Lona Preta” (realizzati in Brasile) e “De Ma – Trasformazione e declino” finalista del festival “Cinema e Lavoro” promosso dalla Cgil nel 2007. Nello stesso anno ha girato un ritratto di Lidia Menapace “Ci dichiariamo nipoti politici”. Ha realizzato numerosi i mediometraggi In Italia, Brasile, Mozambico e Sud Africa, fra cui “Il lato umano”, “Utopia Luar”, “Get on Board”, “Sulla stessa barca”, “Gli angeli del Brasile”. Ha collaborato alla realizzazione dello spettacolo teatrale “Bambini a dondolo” di Giulio Cavalli e scritto e curato la regia degli spettacoli “Cantata dal basso”, “Clic” e “Il lampo verde”.
Ha pubblicato nel 2009, per la casa editrice Socialmente, il libro A schiena dritta; con Coppola editore L’Italia cantata dal basso (2011) e Segreto di Stato (2012); con Errant Editions gli ebook Roma – un reportage e Utopia Brasil e altri due ebook Il lampo verde e L’Era Alemanna in self publishing. Successivamente ha scritto per Imprimatur il libro inchiesta Grande Raccordo Criminale (2014), di cui è coautore insieme alla giornalista Floriana Bulfon, seguito da Roma brucia (2015), In morte di Don Masino (2016), Il bandito della Guerra fredda (2017) e con Antonio Ingroia Le trattative (2018). Con Imprimatur ha anche ricoperto l’incarico di curatore di collana e editor.
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