Da oggi cercherò di aggiornare con più frequenza questo blog che da ben più di un decennio, a fasi alterne ,riempio di cose che probabilmente i più ritengono inutili. Tanto per lasciar traccia del tempo e di quello che riesco, con fatica, ad interpretare e tradurre in parole. Non ho altre ambizioni nel farlo, come non le avevo quando lo ho aperto.
Non ho alcuna pretesa o obiettivo se non quello di lasciare traccia di questo tempo attraverso il mio misero punto di osservazione. Essere periferico, non allineato, talmente ateo da non credere neanche nel mio ateismo, può essere comodo per chi, come molti della mia generazione, ha fatto la scelta di non allinearsi e di schierarsi se non esclusivamente come cane sciolto, senza padroni e senza casa, senza dei o maestri verso i quali rivolgersi con riconoscenza.
Viviamo in un tempo dove non solo la parola “guerra” è stata rimossa dal nostro vocabolario, ma paradossalmente è tornata ad essere ritenuta giusta, necessaria e perfino santa.
Viviamo in un tempo dove il fanatismo religioso è tornato protagonista e motore del pensiero comune fino a trovarsi, camuffato, a gestire le cose di Stato e le regole della convivenza civile arrivando a rimettere in discussione diritti e conquiste etiche della laicità e del diritto.
Viviamo in un tempo dove credere nei valori laici della società diventa dolo, dove perfino la solidarietà, l’aiuto e la giustizia sono sotto attacco da parte dei troppi fondamentalismi di questa epoca.
Viviamo in un tempo in cui i diritti umani vengono quotidianamente negati, i diritti civili vengono distorti e chi li difende viene sistematicamente attaccato e perseguitato.
Viviamo in un tempo in cui gran parte dell’informazione è messa sotto il controllo di chi detiene il potere politico ed economico e dal quale viene condizionata, svuotata e umiliata.
Ciascuno di noi ha il suo piccolo punto di osservazione e, grazie al cielo, la possibilità di raccontare quello che accade e denunciarne gli aspetti più deleteri e pericolosi per la nostra società e per ogni singolo individuo che la compone..
Questo è il mio piccolissimo contributo , non ho altre ambizioni.
Anche la testimonianza è un modo di opporsi alla cancellazione della storia.
Pubblicato da Pietro Orsatti
Nato a Ferrara nel 1963, cresciuto a Roma, espatriato più volte per lavoro.
Ha collaborato per numerose testate giornalistiche italiane ed estere occupandosi di ambiente, lavoro, mafie e esteri. Ha lavorato presso il gruppo parlamentare verde (11esima legislatura) ed è stato uno dei membri dei comitati nazionali per i referendum “caccia” e “nucleare” del 1986. Ha avuto incarichi e lavorato in associazioni ambientaliste come Legambiente e Friends of the Earth. Ha realizzato progetti web e campagne per ActionAid, Anci, Un ponte per, Ricerca e Cooperazione. Ha lavorato e pubblicato, fra gli altri, per Diario fin dalla sua fondazione, il manifesto, Agenzia Dire, L’Unità, Editoriale la Repubblica (in particolare MicroMega), Carta, La Nuova Ecologia, Reporter, Arancia Blu, Modus, Liberazione, Rassegna Sindacale, Avvenimenti Left/Avvenimenti, Liberazione, Terra, AntimafiaDuemila, Dazebao News, Roma Report, Peace Reporter, I Siciliani giovani. Ha collaborato con Rai, Telesur, RedeBras e RadioPop, Radio Città Futura, Arcoiris.tv. E’ stato fondatore del progetto editoriale de Gli Italiani.
Ha, realizzato numerosi documentari sia come autore che regista e ha scritto per il teatro e curato la regia di alcuni spettacoli.
Come documentarista ha firmato i lungometraggi “Fome Zero Sede Zero” e “Lona Preta” (realizzati in Brasile) e “De Ma – Trasformazione e declino” finalista del festival “Cinema e Lavoro” promosso dalla Cgil nel 2007. Nello stesso anno ha girato un ritratto di Lidia Menapace “Ci dichiariamo nipoti politici”. Ha realizzato numerosi i mediometraggi In Italia, Brasile, Mozambico e Sud Africa, fra cui “Il lato umano”, “Utopia Luar”, “Get on Board”, “Sulla stessa barca”, “Gli angeli del Brasile”. Ha collaborato alla realizzazione dello spettacolo teatrale “Bambini a dondolo” di Giulio Cavalli e scritto e curato la regia degli spettacoli “Cantata dal basso”, “Clic” e “Il lampo verde”.
Ha pubblicato nel 2009, per la casa editrice Socialmente, il libro A schiena dritta; con Coppola editore L’Italia cantata dal basso (2011) e Segreto di Stato (2012); con Errant Editions gli ebook Roma – un reportage e Utopia Brasil e altri due ebook Il lampo verde e L’Era Alemanna in self publishing. Successivamente ha scritto per Imprimatur il libro inchiesta Grande Raccordo Criminale (2014), di cui è coautore insieme alla giornalista Floriana Bulfon, seguito da Roma brucia (2015), In morte di Don Masino (2016), Il bandito della Guerra fredda (2017) e con Antonio Ingroia Le trattative (2018). Con Imprimatur ha anche ricoperto l’incarico di curatore di collana e editor.
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