Totò Cuffaro si è presentato spontaneamente in carcere per scontare la sentenza definitiva a 7 anni per concorso esterno aggravato con Cosa nostra. Silvio Berlusconi si rifiuta di andare dai magistrati di Milano per essere ascoltato in relazione alle accuse di concussione e prostituzione minorile. Totò Cuffaro ha dichiarato di accettare la sentenza. Silvio Berlusconi ha annunciato leggi e “riforme” per punire i giudici che lo stanno indagando. Totò Cuffaro, quando era un potentissimo governatore della Sicilia, pur difendendosi strenuamente non rifiutò il processo e dopo la condanna in primo grado si dimise. Certo non da Senatore, ma fra un cannolo e l’altro da governatore si. Silvio Berlusconi continua a rifiutare ogni processo e da 17 anni cerca in ogni modo, grazie a leggi e leggine, di ottenere totale impunità. Lasciamo ad altri commentatori il nobile termine di immunità. Totò Cuffaro, recandosi in carcere con un vangelo, un pigiama e due libri ha dichiarato di accettare serenamente la pena per dare un chiaro segnale ai propri figli. Silvio Berlusconi ha giurato più volte e a sproposito e il falso sulla testa dei propri figli.
Ieri Totò Cuffaro ha sbeffeggiato il premier con una onorevole botta di stile.
Pubblicato da Pietro Orsatti
Nato a Ferrara nel 1963, cresciuto a Roma, espatriato più volte per lavoro.
Ha collaborato per numerose testate giornalistiche italiane ed estere occupandosi di ambiente, lavoro, mafie e esteri. Ha lavorato presso il gruppo parlamentare verde (11esima legislatura) ed è stato uno dei membri dei comitati nazionali per i referendum “caccia” e “nucleare” del 1986. Ha avuto incarichi e lavorato in associazioni ambientaliste come Legambiente e Friends of the Earth. Ha realizzato progetti web e campagne per ActionAid, Anci, Un ponte per, Ricerca e Cooperazione. Ha lavorato e pubblicato, fra gli altri, per Diario fin dalla sua fondazione, il manifesto, Agenzia Dire, L’Unità, Editoriale la Repubblica (in particolare MicroMega), Carta, La Nuova Ecologia, Reporter, Arancia Blu, Modus, Liberazione, Rassegna Sindacale, Avvenimenti Left/Avvenimenti, Liberazione, Terra, AntimafiaDuemila, Dazebao News, Roma Report, Peace Reporter, I Siciliani giovani. Ha collaborato con Rai, Telesur, RedeBras e RadioPop, Radio Città Futura, Arcoiris.tv. E’ stato fondatore del progetto editoriale de Gli Italiani.
Ha, realizzato numerosi documentari sia come autore che regista e ha scritto per il teatro e curato la regia di alcuni spettacoli.
Come documentarista ha firmato i lungometraggi “Fome Zero Sede Zero” e “Lona Preta” (realizzati in Brasile) e “De Ma – Trasformazione e declino” finalista del festival “Cinema e Lavoro” promosso dalla Cgil nel 2007. Nello stesso anno ha girato un ritratto di Lidia Menapace “Ci dichiariamo nipoti politici”. Ha realizzato numerosi i mediometraggi In Italia, Brasile, Mozambico e Sud Africa, fra cui “Il lato umano”, “Utopia Luar”, “Get on Board”, “Sulla stessa barca”, “Gli angeli del Brasile”. Ha collaborato alla realizzazione dello spettacolo teatrale “Bambini a dondolo” di Giulio Cavalli e scritto e curato la regia degli spettacoli “Cantata dal basso”, “Clic” e “Il lampo verde”.
Ha pubblicato nel 2009, per la casa editrice Socialmente, il libro A schiena dritta; con Coppola editore L’Italia cantata dal basso (2011) e Segreto di Stato (2012); con Errant Editions gli ebook Roma – un reportage e Utopia Brasil e altri due ebook Il lampo verde e L’Era Alemanna in self publishing. Successivamente ha scritto per Imprimatur il libro inchiesta Grande Raccordo Criminale (2014), di cui è coautore insieme alla giornalista Floriana Bulfon, seguito da Roma brucia (2015), In morte di Don Masino (2016), Il bandito della Guerra fredda (2017) e con Antonio Ingroia Le trattative (2018). Con Imprimatur ha anche ricoperto l’incarico di curatore di collana e editor.
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A quanto mi risulta una volta che la condanna viene confermata in cassazione non ci sono più scappatoie, o ti costituisci o ti vengono a prendere i carabinieri.
Secondo me la mossa di Cuffaro e le sue parole sono solo un modo per iniziare già da adesso a comportarsi come detenuto modello, in modo da aumentare le sue possibilità di avere al più presto una revisione della pena e di ottenere vantaggi, tipo gli arresti domiciliari.
Le sue azioni sono dettate da puro calcolo e convenienza, non certo da una qualche forma di galanteria o senso civico.
Parlare di stile mi sembra quindi fuori luogo.
E’ un mafioso e basta, un uomo senza qualità, la rovina dell’Italia.